Nella costruzione di Musei Virtuali e Digitali è necessario utilizzare degli standard aperti e indipendenti per risolvere uno dei problemi più frequenti: la perdita della memoria, ovvero dei contenuti e delle azioni collegate ai contenuti. Ne abbiamo parlato in occasione dello speech dal titolo “La Memoria è finita – Per una conservazione dei beni culturali immateriali”. La perdita della conoscenza avviene per aggiornamento tecnologico (pensiamo ai siti sviluppati in Adobe Flash, l’utilizzo dell’HTTPS che non permette in molti browser di non proseguire se non attivato, o il semplice aggiornamento dei formati digitali), per un down del sistema (chiusura del provider, vendita a terzi, mantenimento del servizio non andato a buon fine, guasto ai dispositivi, ecc.) o per azione dolosa di terzi. Le memorie locali non sono molto migliori in termini di durata se paragonata a quella della carta e di altri supporti.
Servono quindi dei protocolli in grado di “galleggiare” nel tempo.
SmartData nasce proprio per questo scopo, con l’intento di rendere aperti e condivisibili i dati. Per sempre. Ne parlerò in un intervento intitolato “Smart Data nella progettazione dei Musei Digitali” il 12 ottobre 2018, mezzora prima delle sedici, al Seminario “Virtual Design Museum Projects” organizzato al Museo Palazzo Grimani in Campo Santa Maria Formosa a Venezia (vaporetto Fermata Rialto o San Zaccaria) in occasione della Venice Design Week 2018.