C’era da aspettarselo. Da qualche tempo girano in rete delle fantastiche elaborazioni su una ricerca, del tutto sperimentale e teorica, relativamente alla possibilità di ricostruire il volto o altri elementi caratterizzanti il corpo umano o animale da tracce di DNA. Il tutto nasce da un articolo intitolato “Estimating human appearance from DNA” e dalla pubblicazione su Plosgenetics. L’articolo è stato poi ripreso, rielaborato, banalizzato, forzato e manipolato da diversi giornali (Panorama). Va ricordato che la pubblicazione su una rivista non sempre sancisce che la ricerca è corretta, veritiera e/o applicabile all’ambito definito. Nel dubbio meglio leggere questa pagina.
Tornando al DNA, Repubblica inciampa ancora una volta in una bufala e scrive “Basta un mozzicone di sigaretta, un frammento di capello oppure una gomma masticata per conoscere le fattezze umane di uno sconosciuto”. Pubblica il lavoro di un artista che dice di ricostruire i volti dall’analisi del DNA ricavato da capelli ritrovato occasionalmente. Sarebbe da ridere se l’incidente non sia sono l’ennesimo caso di pessima informazioni scientifica del giornale.
Ovviamente nessuno è in grado di ricostruire nemmeno parzialmente il volto di una personal partendo dal DNA.