Patologie della comunicazione – Pseudoepigrafia
Chi diffonde una narrazione e attribuisce il testo, una immagine, un video, ad altri, lo fa con la duplice funzione di dar valore, prestigio, credito a quanto narrato, magari utilizzando un’attribuzione celebre, e nel contempo “sollevarsi” dalla responsabilità di quanto dichiarato.
La pseudoepigrafia può essere dolosa quando il soggetto sa benissimo che l’attribuzione è falsa, o colposa quando lo fa senza verificare se è vera. In uno spazio dell’informazione dove tutti sono consapevoli che è facilissimo narrare falsità, l’opzione dell’ingenuo utilizzo è remoto anche perchè nella scelta di condividere quella narrazione c’è una ben precisa scelta di selezione non casuale in corrispondenza delle proprie credenze, immaginari, giudizi e pregiudizi.
Nella migliore ipotesi ci si trova davanti a persone che diffondono informazioni false, allusive, manipolatorie, tendenziose, odiose, discriminanti, diffamanti, giudicanti che rappresentano il loro pensiero. Con l’aggravante della vigliaccheria di non avere il coraggio e l’assunzione di responsabilità di dirlo direttamente.