È certamente uno dei siti di e-commerce di maggior successo in Europa. Prezzi imbattibili e tempi di consegna veloci. Ma se succede qualcosa il fornitore è all’altezza e affidabile?
La risposta è doppiamente negativa e non è una cosa recente visto che lamentele in rete se ne leggono fin dal 2005 e Pixmania non ha fatto nulla per migliorare la situazione. Anzi.Sono numerosi i clienti soddisfatti ma tra questi nessuno ha sperimentato un’assistenza o un recesso di un prodotto ad esempio perché non conforme con quanto indicato nelle caratteristiche del prodotto. Basta cercare in rete per trovare dozzine di clienti italiani, e non solo, inviperiti per le politiche poco trasparenti di Pixmania.
Nel caso ad esempio di recesso cosa succede?
L’articolo 9 delle condizioni generali recita: “Diritto di recesso. Soddisfatti o rimborsati […]. Le vendite di prodotti via Internet sono disciplinate dalla legge D.Lgs n. 185 del 22/05/1999 che regola la materia dei contratti a distanza, cioè effettuate al di fuori dei locali commerciali. Tale normativa sancisce il diritto di recesso, ovvero la possibilità per il consumatore di restituire il prodotto acquistato e di ottenere il rimborso della spesa sostenuta. […] Per esercitare il diritto di recesso è necessario inviare, entro 10 giorni lavorativi dal ricevimento della merce, gli articoli per i quali si intende esercitare tale diritto, compilando l’apposito buono di ritorno (se non possiedi il buono di ritorno clicca qui), selezionando la voce “Soddisfatti o Rimborsati”. Le spese di rispedizione del prodotto sono a totale carico del cliente.“.
E ancora alla voce “Il nostro impegno” l’anonimo estensore di Pixmania scrive: “La promessa “Soddisfatti o Rimborsati”: Il vostro acquisto non vi ha completamente soddisfatto? Potrete rispedircelo senza problemi esercitando il vostro diritto di recesso.”.
Anche in questo caso omettendo che le onerosissime spese di restituzione all’estero sono a carico del cliente.
Ma se l’acquisto è stato effettuato sul sito italiano l’eventuale restituzione del bene la devo fare in Italia. Giusto?
No. Pixmania pone la condizione (non presente in alcun documento fino alla e-mail che viene inviata dopo la richiesta di recesso) di rispedire il prodotto in Francia. A Parigi per la precisione. Con un costo di corriere non indifferente.
È chiaramente un deterrente importante per evitare la restituzione di prodotti, anche coperti da garanzia. Non centra nulla che la sede principale sia a Parigi perché Pixmania dispone di negozi e uffici anche in Italia.
Il Decreto Legislativo 6 settembre 2005, n. 206 “Codice del consumo, a norma dell’articolo 7 della legge 29 luglio 2003, n. 229 ex Decreto Legislativo 2 febbraio 2002, n. 24 “Attuazione della direttiva 1999/44/CE su taluni aspetti della vendita e delle garanzie di consumo” che all’articolo 1519-quater (Diritti del consumatore) recita: “Il venditore e’ responsabile nei confronti del consumatore per qualsiasi difetto di conformità esistente al momento della consegna del bene. In caso di difetto di conformità, il consumatore ha diritto al ripristino, senza spese, della conformità del bene mediante riparazione o sostituzione, a norma dei commi terzo, quarto, quinto e sesto, ovvero ad una riduzione adeguata del prezzo o alla risoluzione del contratto […].”
Ma le spese di restituzione del bene sono a carico del cliente? La certezza della risposta non è garantita.
Sul punto si è pronunciata la Corte di Giustizia Europea (causa C-511/08, decisa il 15 aprile 2010) che ha emesso una pronuncia interpretativa delle norme relative ai contratti a distanza, ed in particolare della Direttiva n. 97/7/CE (alla quale è stata data attuazione, nel nostro ordinamento, con d. lgs. n. 185/1999, poi sostituito dal d. lgs. n. 206/2005) (c.d. “Codice del Consumo”). Nella la Corte, confermando in pieno quanto richiesto dall’Avvocato Generale con le conclusioni del 28 gennaio 2010 ha rilevato che l’art. 6, nn. 1, primo comma, seconda frase, e 2, della direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio 20 maggio 1997, 97/7/CE, riguardante la protezione dei consumatori in materia di contratti a distanza, deve essere interpretato nel senso che esso osta ad una normativa nazionale che consente al fornitore, nell’ambito di un contratto concluso a distanza, di addebitare le spese di consegna dei beni al consumatore qualora questi eserciti il suo diritto di recesso. Di conseguenza “qualora le spese di spedizione dovessero parimenti essere addebitate al consumatore, siffatto addebito, che sarebbe necessariamente tale da scoraggiare quest’ultimo dall’esercizio del suo diritto di recesso, sarebbe in contrasto con lo scopo stesso dell’art. 6 della direttiva … Inoltre, un siffatto addebito sarebbe atto a rimettere in discussione l’equilibrata ripartizione dei rischi tra le parti nei contratti conclusi a distanza, accollando al consumatore tutte le spese connesse al trasporto dei beni. Peraltro, il fatto che il consumatore sia stato informato dell’importo delle spese di consegna prima della conclusione del contratto non può ridurre il carattere dissuasivo che avrebbe l’addebito di tali spese al consumatore sull’esercizio da parte di quest’ultimo del suo diritto di recesso“.
Riassumendo: quando acquistate verificate sempre non solo il prezzo del prodotto ma anche cosa succede nel caso in cui malauguratamente rinunciaste al prodotto stesso perché difettoso, guasto o semplicemente perché on corrisponde a quanto è stato dichiarato nelle pubblicità dalla stessa Pixmania.