Se ne è parlato diffusamente anche all’Internet Festival di Pisa. È nei dibattiti della rete: la politica, una parte della politica, non sa dialogare in rete, non sa confrontarsi con gli elettori e con i cittadini.
Lo vediamo tutti i giorni, si contano sulle dita di una mano quei politici, da quelli locali a quelli nazionali, in grado di stabilire un vero dialogo in rete, di non usarla solo come canale unilaterale di propaganda. Pochissimi sanno ascoltare, quasi tutti postano (o meglio fanno postare al portaborse perché nemmeno quello sono in grado di fare) e a seguire vagonate di insulti e commenti.
La rete 2.0 richiede dedizione, costanza ma specialmente capacità d’ascolto.
Questa politica fatta di listini chiusi che hanno messo le persone più immonde nei posti strategici del governo del paese ha fatto il suo tempo. Questo modo clientelare di gestire la politica è finito.
Certo, esiste ancora una parte consistente del paese che non è in rete, ma lo sappiamo: è la parte culturalmente emarginata, che ha nella televisione generalista l’unica fonte di informazione e valutazione. Ma sappiamo pure che è ondivaga, che ricorda con difficoltà, che vota e voterà per “simpatia” priva di ogni capacità di valutazione critica.
È questa la parte molle dell’organismo, quella a cui si rivolgono i politici riciclati.
C’è, sempre in rete un gran movimento di chi vuole fornire a questa politica vecchia, corrotta, incapace, aliena dal paese reale, strumenti per rimettersi in carreggiata, per vestirli di quell’aurea digitale che dovrebbe conquistare il web. Non insegnategli a usare Twitter o Facebook, lasciateli soli. Non meritano alcun aiuto a sembrare migliori di quello che sono.
L’appello è semplice: NON FATELO. Non aiutate la vecchia politica, lasciatela a suo destino, lasciatela morire.
Solo in questo modo si potranno affermare i giovani, coloro che la rete la vivono ogni giorno come parte essenziale del loro lavoro e della loro vita. Quei giovani che sanno “essere” negli strumenti digitali, che sanno costruire solide relazioni anche digitali.
Non vestite di nuovo il cadavere. Se poi si trasforma in zombi la colpa sarà anche vostra.