Riporto integralmente la lettera dell’Editore Neri Pozza che riassume le sue posizioni su editoria digitale ed ebook.
Secondo stime ufficiali, il mercato degli ebook in Italia nel 2011 ha realizzato, nella sua totalità, circa 3.200.000 euro, vale a dire quanto il fatturato di una piccola casa editrice di libri cartacei. Le aspettative più ottimistiche parlano di un balzo dell’ebook intorno al 10% dell’intero mercato editoriale nel 2015, vale a dire meno della quota generalmente attribuita al terzo gruppo editoriale italiano di editoria cartacea.
Negli Stati Uniti, la patria del digitale, gli ebook, nel 2011, hanno raggiunto una quota di mercato di circa il 20%. L’80% dei libri venduti è ancora cartaceo.
Bisogna perciò essere cauti quando si parla di impetuoso sviluppo della tecnologia digitale nel campo dei libri. Amazon propaganda il sorpasso negli Stati Uniti del libro digitale su quello cartaceo, ma questo sorpasso concerne soltanto i siti elettronici di vendita.
Probabile che avremo in futuro una considerevole estensione del mercato del digitale, e questa è un’opportunità che va indubbiamente colta, tuttavia è davvero fuori luogo pensare a una scomparsa del libro cartaceo che, come ha scritto Umberto Eco, è un’invenzione eterna come la ruota. Non è azzardato anzi pensare che dopo qualche generazione la novità tecnologica dell’editoria digitale sarà accolta senza enfasi e infantili entusiasmi, come invece accade oggi, e affiancherà il cartaceo in un mercato molto più ampio e interessante di quello attuale.
Nel web, soprattutto presso l’entusiastica digital youth di casa nostra, spesso non risulta chiaro perché gli editori italiani si oppongano alla richiesta delle grandi piattaforme digitali internazionali di forte riduzione del prezzo degli ebook; e, soprattutto, non risulta pienamente comprensibile perché una generale riduzione dei prezzi di ebook e di editoria cartacea rappresenti un grave pericolo per l’editoria letteraria di qualità.
Ecco alcuni brevi spunti di riflessione.
Gli ebook presentano un costo generale di produzione (tra royalties elevate agli autori e costo effettivo della realizzazione dell’epub) di circa il 50% in meno del libro cartaceo. Un deciso vantaggio per l’editore, si dirà. Il problema è che a questo 50% in meno occorre aggiungere il 21 per cento di Iva, dato che la nostra legislazione non considera l’ebook un libro, che ha l’Iva al 4%, ma un servizio. Bisogna considerare poi che le piattaforme che contano davvero per la vendita dell’ebook, vale a dire Amazon, Apple, Google, pretendono quote così elevate da rendere improduttivo produrre oggi ebook a un prezzo che vada oltre la soglia critica del 30-35% in meno del prezzo libro cartaceo. Ovviamente Amazon e le altre piattaforme, con la loro enorme quantità di utenti, spingono per abbassare fortemente i prezzi di ebook e cartaceo, tanto quanto gli editori desiderano il contrario. Se, però, come purtroppo sta accadendo in Italia, gli editori cedono sul loro fronte e inseguono Amazon e le grandi piattaforme digitali nella corsa all’abbassamento dei prezzi, il futuro è assicurato: sarà di Amazon o di qualche altro grosso operatore non soltanto come piattaforma di vendita, ma come editore che ignora la qualità. Il mercato americano dell’ autopubblicazione attraverso Amazon nel 2011 è stato di 30 milioni di dollari, ma con un numero di libri enorme, alcuni dei quali hanno venduto poche copie. “A parte alcuni casi eclatanti come Amanda Hocking, il vero business lo fa Amazon che prende il 30%” ha scritto un alto dirigente di RCS.
Neri Pozza non ha nulla contro l’editoria digitale, intende anzi ampliare notevolmente la sua offerta di ebook, poiché li considera una considerevole opportunità di accrescimento del numero dei lettori.
La nostra casa editrice, tuttavia, vuole continuare anche a essere un editore di qualità, come lo sono stati i grandi editori che hanno fatto la storia del Novecento, gli Einaudi, i Garzanti, i Bompiani, i Neri Pozza, i Bazlen e così via. E’ possibile ancora nell’epoca del digitale? Occorre evitare la retorica delle battaglie epocali, ma qualche seria riflessione su questo argomento bisogna davvero avviarla. Un editore di qualità non pubblica semplicemente libri da mettere sul mercato senza mediazione, senza editor, senza redattori, ma ha un “progetto letterario”, un’idea, come diceva Neri Pozza quando pubblicava Goffredo Parise, di cosa debba essere l’arte e la poesia. A questo progetto noi non intendiamo rinunciare.