Ho trovato questo articolo di Davide Casaleggio pubblicato su Harvard Business Review particolarmente interessante per definire il futuro dei libri e delle produzioni digitali. Ci racconta tanto anche della sostenibilità dell’editoria digitale con particolare riferimento verso la documentaristica e l’enciclopedia.
Dopo 244 anni, l’Enciclopedia Britannica non verrà più stampata. L’edizione 2010 ha venduto solo otto mila copie a confronto delle 120 mila nel 1990. Le vendite sono state compensate, in parte, già da qualche anno dalla gestione dei contenuti digitali. L’edizione cartacea rappresentava infatti circa l’1% delle entrate, la versione on line il 15% e la maggior parte proviene da materiale educativo venduto al mercato delle scuole. I contenuti sono stati traslati nel digitale, con il vantaggio di essere meglio aggiornati e più orientati all’educazione. Il prezzo è passato da 1.400 dollari per i 32 volumi, a 70 dollari per l’accesso on line per un anno.
Questo è forse il segnale più visibile di un trend che sta attraversando tutta l’industria dell’editoria che negli Stati Uniti ha visto una flessione del 9,2% nella vendita di libri cartacei nel 2011. L’Italia è ancora in una fase di passaggio avendo perso solo l’1,7%, ma molti Paesi europei ci stanno precedendo in questo trend come la Gran Bretagna e l’Austria (entrambe al -7,20%) e la Spagna (-3,90%).
A erodere il mercato è la digitalizzazione dei contenuti e la sempre maggior disponibilità di Tablet e eReader che si distinguono dal fatto di avere un display retroilluminato o essere dotati di inchiostro elettronico che facilita la lettura. Tra i più diffusi l’iPad, un Tablet introdotto nel 2010, e il Kindle, un eReader distribuito da Amazon a partire dal 2007. Nel solo 2011 sono stati venduti oltre trenta milioni di eReader nel mondo più che raddoppiando il numero dell’anno precedente, a questi è necessario aggiungere i Tablet come iPad, Kindle Fire, Nook e Vox. Nella sola Italia tra Tablet ed eReader si stima ci siano circa un milione di dispositivi. Ma questi non sono gli unici strumenti per leggere un e-book. Negli Stati Uniti il 42% dei lettori digitali ha letto e-book con PC , il 41% con eReader, il 29% con smartphone, ed il 23% con Tablet.
Con questa offerta di dispositivi non è un caso che i lettori di e-book in un dato giorno siano aumentati di quattro volte rispetto a due anni fa negli Stati Uniti. Il lettore di e-book è quello più assiduo ed in media legge 24 libri l’anno a confronto di una media di 15 per chi legge solo libri di carta, tuttavia l‘88% dei lettori di e-book legge anche libri di carta.
Alcuni editori sono riusciti ad anticipare meglio di altri questa trasformazione. Ad esempio, Penguin Group ha aumentato il proprio fatturato di e-book del 106% nel 2011, che pesa il 12% sulle entrate complessive. A fronte di un fatturato globale sostanzialmente inalterato (+1%), ha aumentato l’utile del 8%.
Simon & Schuster ha avuto risultati simili a Penguin Group: un fatturato stabile (-1%) e un utile operativo in salita del 31%. La società ha collegato in modo esplicito questi numeri a “una forte crescita delle vendite digitali che sono più che raddoppiate dal 2010“. Pearson (società proprietaria di Penguin) ha visto aumentare i profitti digitali a 2 miliardi di sterline nel 2011 pari ad un terzo di tutti i ricavi e stima che questi supereranno i ricavi dalla vendita di libri stampati nel 2012.
Il digitale ha portato anche a sperimentare nuovi modi di creare i libri. Ad esempio Volpen è un servizio di scrittura collettiva on line che permette di collaborare, capitolo per capitolo, alla realizzazione di un unico volume per poi dividerne i diritti e gli eventuali ricavi. Coliloquy permette di creare l’Active Fiction, nuovo modello collaborativo fra scrittori e lettori, che decidono attivamente in che direzione far andare la trama del romanzo.
Le modalità di lettura stanno cambiando e aumentano i progetti per la socialità legata al libro, come Readmill.com, Flatleaf.com, 24symbols.com, Subtext.com e l’italiano Bookliners.com. Queste comunità permettono di condividere le annotazioni personali sui libri. Anche gli stessi Tablet e eReader come Kobo e Vox hanno inserito al loro interno la condivisione di contenuti legati agli e-book anticipando nuovi modi di lettura collettiva dei libri.
La distribuzione dei contenuti digitali sta andando verso un modello stile Netflix per i film, in cui si paga un fisso mensile per poter guardare tutti i film a catalogo. Anche nel settore librario sono nati siti che si basano sul modello di sottoscrizione mensile per accedere a contenuti gratuitamente, come 24symbols.com il cui costo mensile è di 9,99 dollari al mese per poter accedere a tutto il catalogo. Le stesse biblioteche negli Stati Uniti sono diventate più accessibili e si possono scaricare i libri con il solo numero della propria tessera. Ovviamente le copie di un certo libro sono limitate ed è possibile tenere il libro per un massimo di 14 giorni.