Non c’è giorno che passi senza che qualcuno mi chieda esplicitamente o in privato di votarlo per qualche concorso, mettere “un mi piace” sulla cugina che partecipa a Miss Piadina, portarlo alle finali di qualche mostra. Su questo ho un’opinione precisa: si tratta di accattonaggio digitale. Non di semplice segnalazione: “guarda partecipo a questo concorso…”, no “fammi vincere!”. La ricerca della scorciatoia, la furbizia al posto dell’abilità. Una deriva tutta italiana della raccomandazione, del chiedere il favore “tanto non ti costa niente”. Quello spirito per cui non si cerca di vincere per capacità ma per le conoscenze, raccomandazioni appunto. Un film di Nanni Loy “Mi manda Picone” racconta proprio l’essenza di questa povertà culturale. Quindi per favore non chiedetemi niente.