Patologie della Comunicazione – Disturbo fittizio autoimposto
Di certo è il fenomeno più evidente nei social a partire dal 2020. Un numero impressionante di persone che raccontano fatti e sintomi che sfiorano, e spesso superano, l’inverosimile. Lo fanno in modo da attirare l’attenzione, il consenso e l’appoggio di gruppi la cui denominazione non lascia dubbi: sono gruppi per raccogliere persone come loro. Ma “loro” hanno anche la certezza della causa. Io no, non ho idea di quale sia la causa vera ma il Manuale MSD lo definisce in questo modo:
Il disturbo fittizio comporta la simulazione o la produzione di sintomi psicologici o fisici che non hanno alcuna causa esterna evidente.
- La causa del disturbo fittizio è sconosciuta, ma lo stress e un grave disturbo della personalità potrebbero contribuire alla sua comparsa.
- I sintomi descritti possono essere rilevanti e convincenti.
- Il soggetto può spostarsi da un medico o ospedale a un altro in cerca di cure.
- I medici pongono la diagnosi del disturbo dopo avere escluso altre patologie e dopo aver trovato conferme che i sintomi sono stati simulati.
Non vi sono trattamenti chiaramente efficaci, ma la psicoterapia può essere d’aiuto.
In passato il disturbo fittizio autoimposto era definito sindrome di Munchausen. Il disturbo fittizio può anche essere imposto a un’altra persona.
Il soggetto con disturbo fittizio autoimposto simula ripetutamente di avere una patologia. Se ha una patologia, ne parla in maniera esagerata o mente sui sintomi, fingendo di essere più malato o indebolito di quanto sia realmente. Tuttavia, questo disturbo è più complesso della semplice disonestà. Si tratta di un problema mentale associato a gravi difficoltà emotive.
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