Come si misura la consapevolezza digitale dei giovani? Sono passati molti anni da quando ho realizzato per conto del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca il progetto Io navigo sicuro. Era il 2003 e la problematica di raccontare, specialmente ai genitori, le opportunità e qualche rischio della rete era un obiettivo e un impegno nazionale. Il progetto era composto da una attività nelle scuole attraverso i docenti opportunamente preparati e dotati di materiale didattico adeguato, un fascicolo da distribuire ai giovani, e da una serie di attività di monitoraggio e di valutazione del lavoro svolto. Nello stesso tempo avevamo coinvolto moltissime imprese nei diversi territori in modo che offrissero delle consulenze gratuite alla scuole per la messa in sicurezza dei loro sistemi.
Quest’anno, in occasione del DIGITALmeet 2017, il più grande evento digitale in Italia, sto sperimentando con alcuni giovani dei Distretti Creativi un progetto di comunicazione più articolato. Si tratta di raccontare ai giovani, che sono decisamente più consapevoli di quelli che li hanno preceduti nelle stesse aule, non tanto e non solo le opportunità e i rischi del digitale ma proporre una nuova lettura, quasi laterale, nella quale individuare la complessità della rete che non è altro che lo specchio della complessità della realtà.
La contemporaneità sta rompendo vecchi schemi, ha distrutto la modernità con i suoi mantra e ricostruisce un modello nuovo che ha però bisogno di punti di appoggio.
Uno di questo è, incredibilmente, la mancanza di punti fermi, la mancanza di un sistema di valori fissi e perpetui ma piuttosto mescolato ad istanze di nuova libertà.
Non è un momento facile per la scuola, non è un momento facile per la ricerca e in generale che la cultura.
Nuovi media stanno dettando l’agenda di giovani e adulti, scandiscono la nostra vita con ritmi e modi che non solo accettiamo ma che fatichiamo a comprendere, a vedere.
Il nostro attaccamento modernista alla fattualità ci porta inevitabilmente a compiere degli errori.
“Da Popper a Poppy – L’invasione dei nuovi media in una società (sempre) più complessa” non è una provocazione ma un evento teatrale e multimediale insieme in grado di stimolare nuove riflessioni. È realmente multi-mediale e multi-sensoriale (AdC stammi lontana).
Una costruzione artificiale di una complessità reale.
Conosci Popper ma non conosci Poppy? Qui puoi rimediare.
Ti interessa portare il nostro progetto nella tua scuola? Scrivimi su Twitter @mauriziog
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