Come fare una tesi di laurea – Guida definitiva

Il percorso di ogni studente universitario culmina con la discussione della tesi. Non sempre avviene nel modo tradizionale, alcune facoltà hanno deciso di depotenziare questa fase, a mio avviso culminante degli studi, con una raccolta curricolare o con la discussione di un portfolio accumulato negli anni.

{Questo documento è in continua evoluzione e aggiornamento}

La tesi di laurea o di un percorso specialistico fornisce strumenti per  una valutazione sintetica del candidato. Unitamente alla media ponderata dei voti degli esami fornisce il voto finale e complessivo.

Questo documento vuole raccogliere le tecniche e le strategie per arrivare ad una efficace ideazione, progettazione e discussione della tesi e trarne il massimo profitto in ambito lavorativo.

Nell’ordinamento corrente abbiamo tre momenti nei quali lo studente può, o deve, costruire una propria tesi e discuterla: la fase finale della laurea triennale, quella della laurea biennale ed infine la tesi di dottorato.

Cominciamo con l’escludere dalla prima parte della discussione proprio questa. La discussione di dottorato è di solito coordinata e sviluppata sulla base delle ricerche svolte e quindi gli argomenti hanno una possibilità di scelta di solito limitata.

Vediamo allora quali sono le fasi della tesi.

Ideazione

È bene che lo studente provi ad analizzare, nel corso degli studi, quali sono gli elementi, le discipline i temi che possono essergli più affini ed immaginare una tesi proprio su quel tema. Proviamo ad andare per punti in modo da sintetizzare ma anche definire le diverse attività

Scelta del relatore

È una fase estremamente importante. Il relatore, il suo prestigio e la riconosciuta attività accademica possono essere determinati sia per dare qualità al lavoro ma anche per essere spendibile in fase di valutazione e quindi voto finale e nel mondo del lavoro.
Un docente di grande esperienza e riconosciuto come luminare della propria disciplina sarà, probabilmente, anche molto ambito per poter essere relatore di tesi. Questo comporta che bisogna muoversi il più presto possibile per chiedere la tesi stessa.

È importante anche conoscere la disponibilità in termini di tempo del relatore. È bene chiedere a chi si è già laureato con lui l’esperienza, se era seguito direttamente dal docente o questa attività era demandata ad un assistente, collaboratore, ecc.

Se si capisce che non dedica molto tempo ai laureandi è bene cercare altre soluzioni. Il rischio che il lavoro proceda a denti di sega è alto. Il dente di sega è quando si fa un lavoro che cresce sempre più fino  con il consenso degli assistenti e collaboratori fino a quando, al momento della revisione del lavoro, il docente casserà il progetto e si dovrà ricominciare.

Questo avviene anche negli ambiti in cui i relatori non sono ferratissimi, come ricerche di frontiera, nuovi temi, argomenti che non hanno sviluppato a sufficienza.

Quando si sceglie un relatore e bene conoscerlo a fondo: cosa ha pubblicato, cose  insegna, cosa ha insegnato. Le sue ricerche e attività sono lo stato dell’arte in quella disciplina?

Vanno cercate e consultate le altre tesi che ha sostenuto (si possono consultare nei termini previsti negli archivi e biblioteche dell’università).

L’analisi delle tesi sostenute permette anche di valutare l’impegno richiesto in termini di scrittura, ricerca delle fonti, bibliografia, ecc.

Questo lavoro va svolto prima di chiedere la tesi e prima di contattare il relatore.

Quando serve un correlatore

A supporto della tesi possono essere di aiuto uno o più correlatori. Anche questi vanno scelti con la stessa cura con cui si sceglie il relatore quando hanno un reale valore apportando competenze che non sono già del relatore stesso.

Il correlatore, nella quasi totalità dei casi, può essere anche esterno all’università anche se questa scelta va utilizzata solo come estrema ratio perché la conoscenza dei meccanismi interni all’università è garanzia di un buon lavoro.

Se la tesi si basa su una tecnologia, prodotto o servizio offerto da una impresa, da una organizzazione o istituzione il correlatore potrebbe provenire da queste.

Allo stesso modo che la tesi è stata sviluppata in fase di tirocinio o formazione in azienda il correlatore potrebbe provenire dalla stessa.

In ogni caso il correlatore deve avere un ruolo importante e significativo. Altrimenti non ha senso che ci sia. Non può essere di sola rappresentanza o presenza.

Va indicato e scritto cosa ci si attende dal correlatore e in tutte le fasi della tesi va verificato se è utile o meno.

Come si chiede la tesi

Ci focalizzeremo sul solo relatore e correlatore.

Dopo aver fatto tutte le opportune verifiche è bene chiedere un appuntamento, in presenza o almeno telefonico, al relatore proponendo non un titolo ma l’area della tesi che si intende discutere. È bene allegare un proprio profilo con l’elenco degli esami sostenuti e relativa indicazione dei docenti almeno delle discipline affine a quella in oggetto.

Se il potenziale relatore è stato anche un proprio docente è bene ricordarlo.

L’eventuale figura del correlatore può essere suggerita dal relatore o proposta. In questo secondo caso è opportuno definire bene con il relatore quale sarà il suo ruolo.

Domande da farsi per fare una tesi

I punti fondamentali da prendere in considerazione per avviare la stesura di una tesi sono i seguenti:

Contesto della tesi

  • Formula: “… in questa tesi il tema affrontato riguarda {…} ed in particolare {…} con l’esclusione di {…}”

Quale tesi si intende sostenere

  • Formula: “… in questo lavoro io sostengo la tesi che {inserire tesi}”

Obiettivo della tesi

  • Formula: “… l’obiettivo della tesi è dimostrare che {inserire obiettivo}”

Background e scenario

Sono indicati in questa parte in maniera chiara ed espressa i seguenti punti:

  • Fenomeno
  • Numeri
  • Testimonianze
  • Interpretazione

Ogni punto deve essere sostenuto da fonti primarie e bibliografiche autorevoli, riconosciute, unanimemente accettate. Si possono aggiungere testimonianze

Premessa 

Deve contenere SOLO le informazioni essenziali per interpretare il seguito della tesi e non deve essere di conoscenza comune.

Conclusioni

Riassunto di quanto dimostrato, possibili sviluppi, possibilità di continuare lo sviluppo in altre ricerche.

La stesura della tesi

Nella stesura di una tesi, malo stesso discorso può valere per tante altre attività, non sempre è possibile e talvolta nemmeno utile avere un indice completo fin dall’inizio.

Per questo motivo è consigliabile utilizzare un documento, sia esso offline come un file di Word o on line come un Google Documento, con una numerazione che abbia un passo di 10.

Si creerà quindi:

  • Capito 10 – Titolo capitolo
  • Capito 20 – Titolo capitolo
  • Capito 30 – Titolo capitolo
  • Capito NN – Titolo capitolo

In questo modo di potranno aggiungere successi capitoli intermedi e provvedere alla rinumerazione soltanto alla fine.

Fasi della tesi

  • Idea preliminare – Consiste in una breve traccia del tema indicando i punti forti della tesi che si vuole sostenere
  • Beta della tesi – Conterrà un indice, una serie di materiali di studio ed una bozza dei contenuti. Ogni voce dell’indice dovrà essere popolata con un breve testo che specifichi cosa conterrà
  • Bozza della tesi – Si intende il prodotto, pressoché finale che attende i suggerimenti, le correzioni e le eventuali richieste di ampliamento da parte del relatore e correlatori. Deve essere completo di ogni sua parte comprese note, allegati, figure composte nella giusta collocazione, ecc.
  • Tesi – È la versione finale della tesi completa in ogni sua parte, riletta più volte e priva di errori di battitura, corretto posizionamento note e figure.
  • Presentazione – La presentazione della tesi alla commissione varia da disciplina a disciplina. In ogni caso è tenere la buona norma del minor tempo possibile. Bisogna essere chiari, precisi, incisivi. Dedicare più tempo alle parti originali e importanti. Va preceduta da un’analisi del contesto dove si colloca. È buona norma registrare un audio completo di presentazione della tesi, riascoltarlo, migliorarlo più volte fino ad ottenere un risultato convincente.

Presentazione della tesi

A seconda della disciplina, università e prassi si possono avere delle presentazioni:

  • Digitale: tipicamente un PowerPoint o il corrispettivo on line come Google Presentazione
  • Cartacea: la tesi come l’abbiamo vista da sempre, ovvero un documento in formato A4 rilegato in modo diverso. Verificare se l’università ha delle linee guida per la stesura della tesi, formato, margine e copertina. Qualora l’università non lo indichi si possono impaginare liberamente con strumenti come Adobe Indesign ma è importante che vengano rispettate le regole successive nel capitolo “leggibilità”.
  • Illustrativa cartacea: utilizza fogli di grandi dimensioni con disegni, immagini e testi. Si tratta di una alternativa al digitale proiettato ma può essere interessante integrare parti tattili e

Leggibilità

La tesi nella sua presentazione deve essere leggibile in base al mezzo che intendiamo utilizzare. Sia su carta che in digitale deve essere garantito il contrasto, la leggibilità anche per persone ipovedenti, e la dimensione, la scelta del font, del colore, dello sfondo devono essere

Esposizione della tesi

La comunicazione deve essere concisa, efficace, usando le tecniche di public speaking.

Risorse e documenti