L’infinita generazione boomer

Nel 2012 avevo parlato del fenomeno dei bimbiminkia e devo dire che a distanza di anni quel post ne mantiene l’attualità e la freschezza. Siamo giunti al momento di parlare dei boomer e di come contribuiscono alle patologie della comunicazione.

Premesso che la suddivisione generazionale aveva (o forse non ha mai avuto un reale) significato legato alle scelte commerciali e di mercato, il termine boomer ha assunto nel tempo un significato del tutto diverso. Un loop incredibile si instaura quando un boomer usa il comportamento Rapid Search Outlook (RSO) per scoprire cosa significa la parola e a quel punto rozzamente si riconosce per il puro dato anagrafico. Nemmeno arriva al concetto detestabile di aging ma si sofferma appunto sulla prima definizione. Provo di seguito a darne una più complessa (ahia) ma chiarificatrice.

Boomer è un termine utilizzato per descrivere il comportamento di un individuo, che indipendentemente dall’età, si è allontanato dallo spirito del tempo e dalla complessità della contemporaneità. Il “boomer” in senso comportamentale è colui che, entrando nel mondo digitale, applica convinzioni, pregiudizi e visioni del mondo superate, cercando di adattare la tecnologia alle proprie idee tradizionali, spesso contraddittorie e offensive. Questo atteggiamento si manifesta in un rifiuto dell’evoluzione culturale e sociale, applicando logiche rigide e statiche che non si adattano alla velocità e alla complessità del presente, impedendo una comprensione profonda e critica delle dinamiche contemporanee.

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