Ci ha lasciato un’eredità immensa Salvatore Iaconesi (Livorno 03.04.1973, Reggio Calabria 18.07.2022) artista, ingegnere, designer, professore e ricercatore straordinario che con la compagna di una vita, Oriana Persico, ha segnato la scena culturale dei primi due decenni del millennio. Non posso non ricordarlo e ringraziarlo insieme a Oriana per l’attivismo reale svolto anche nel Progetto Aaron Swartz Day. Questo post vuole raccogliere idee, scritti e progetti per aiutare tutti ad immaginare un’arte più umana e impegnata. Le immagini, qualora non diversamente indicato, sono di Oriana Persico.
Il messaggio di Oriana Persico del 29.07.2022 (link)
dopo aver esplorato tutti i confini del suo meraviglioso, sorprendente e amatissimo corpo, Salvatore ci saluta.
Lo fa dalla finestra del nostro albergo spagnolo di Marbella, nell’alba in cui si è trasformato in Wild Pistoletto, e con lo sguardo che si rivolge all’orizzonte del Viaggio.
Nei giorni scorsi il nostro cancro ha preso una improvvisa rincorsa: lo stimolo neurologico di respirare è stato intaccato, come ha puntualizzato il medico in una visita discreta e rispettosa, e dolcemente si è fermato.
Ho accolto questo evento con il mio corpo: il simbionte, il partner, l’amore della mia vita se ne è andato fra le mie braccia.
L’unico motivo per non impazzire è la sensazione fisica di aver fatto tutto ciò che potevo e sapevo e volevo, godendo di ogni istante, di ogni trasformazione, sguardo, carezza, bacio. Della nostra “vita mano nella mano mano” (cit.), fino alla fine.
Ciò che so è che Salvatore non ha sofferto, accogliendo la fine del suo corpo come una ricerca e una scoperta, con accettazione piena, senza paura e senza uno spasmo: lo racconta il sorriso disteso che il suo volto ci ha regalato, la pelle, gli arti, la muscolatura morbida e perfetta che ha conservato.
Ciò che so è che Salvatore non è una perdita personale. Il mondo e gli ecosistemi che abbiamo toccato – persone, studenti, istituzioni – perdono il privilegio di una immaginazione irriverente, trasgressiva e visionaria capace di trasformare i dati e la computazione in spazi di vita e di espressione: nuovi e imprevisti gradi di libertà dei nostri corpi e dei nostri sistemi di cui godere.
Allo stesso tempo tutti noi siamo stati toccati e modificati da quella straordinaria e geniale immaginazione, le parole, i concetti, uno stile e un’attitudine, alterandoci in modo irreversibile: in questo senso, Salvatore vive davvero dentro e attraverso di noi.
Non è una blanda consolazione, ma una coscienza profonda.
xdxd.vs.xdxd, nuke, totò: comunque voi lo abbiate conosciuto, Salvatore Iaconesi è un essere umano irripetibile, un artista integrale che incarna nella sua pelle connessa e sensibile la coesistenza fra l’arte e la scienza, la poetica e i dati.
E chiunque abbia conosciuto, amato e compreso almeno un po’ Salvatore, sa che la commemorazione e basta non fa per lui: l’unico modo che abbiamo di ricordarlo è continuare a far accadere, tramandando e reinterpretando quello stile, quel pensiero, le opere e i frammenti che ci ha lasciato, per comporli e ricomporli in nuove concatenazioni.
Salvatore non ha mai creduto nei supereroi, ma nel codice aperto.
“Non avere fretta” (cit.).
È la prima e più grande richiesta/necessità di Salvatore, quasi dolorosa in questi ultimi mesi e giorni.
Prendiamoci il tempo che serve per capire e sentire e scegliere cosa significa nelle nostre vite e per il mondo la sua esistenza.
Prendiamoci il tempo per festeggiare, nella gioia dell’estasi che ha conosciuto con i rave e la musica.
Prendiamoci il tempo per ricordare e per continuare ad essere e a fare.
“Adesso sono cazzi nostri”.
Mi piace concludere così questo messaggio, con l’ironia e la leggerezza che solo un punk della fine del mondo riesce a portare in scena.
A presto.
—— ENG ——
To all of Us.
After exploring all the boundaries of his wonderful, surprising and beloved body, Salvatore bids us farewell.
He does so from the window of our Spanish hotel in Marbella, in the dawn in which he has transformed himself into Wild Pistoletto, and with his gaze turning to the horizon of the Journey.
In the past few days, our cancer has taken a sudden relapse: the neurological urge to breathe has been compromised, as the doctor pointed out in a discreet and respectful visit, which since has gently stopped.
I welcomed this event with my body: the symbiont, the partner, the love of my life left in my arms.
The only reason not to go crazy is the physical feeling of having done everything I could have, knew how, and wanted to do, enjoying every moment, every transformation, every look, every caress, every kiss. Of our “life hand in hand” (quote), until the end.
What I do know is that Salvatore did not suffer, welcoming the end of his body as a quest and a discovery, with full acceptance without fear or even a twitch: which shows in the relaxed smile that his face gave us, the skin, the limbs, the soft and perfect musculature that he retained.
What I know is that Salvatore is not a personal loss. The world and the ecosystems we touched—people, students, institutions—lose the privilege of a genius. An irreverent imagination capable of transforming data and computation into spaces of life and expression: new and unexpected degrees of freedom of our bodies and systems.
At the same time, all of us have been touched and modified by his imagination, words, concepts, a style, and an attitude that has altered us irreversibly: in this sense, Salvatore truly lives in and through us.
This is not a mild consolation, but a deep awareness.
xdxd.vs.xdxd, nuke, totò: however you have known him, Salvatore Iaconesi is a one-of-a-kind human being, an integral artist who embodies in his connected and sensitive skin the coexistence of art and science, poetics and data.
Anyone who has known, loved, and understood Salvatore at least a little, knows that the sheer commemoration doesn’t suit him: the only way we can remember him is to keep making things happen, passing on and reinterpreting that style, that thinking, the works and fragments he left us, to compose and recompose them in new concatenations.
Salvatore never believed in superheroes, but in the open code: Art is Open Source.
“Don’t be in a hurry” (quote).
It is Salvatore’s first and greatest request/need, almost painful in these last months and days.
Have time, making it if necessary.
Let us take time to understand and feel and choose what His existence means in our lives and for the world.
We will take the time to celebrate, in the joy of the ecstasy that he got to know through raves and music.
We will take time to remember and to continue to be and to do.
“Adesso sono cazzi nostri”.
“It’s up to us.”
I like to end like this, with the irony and lightness that only an end-of-the-world punk like him can bring to the stage.
See you soon.
ps
un grazie speciale ai volti, le mani, le braccia i corpi di chi ha partecipato al Viaggio dalla Spagna in poi, qui in Calabria, seguendoci nei nostri spostamenti fra il Tirreno e lo Ionio:
mia madre,
Antonella; la sorella
Ile,
Maurizio e il piccolo Iacopo; l’incrollabile padre, Antonio Iaconesi; i cugini
Adel@, Giancarlo,
Marcello e
Stefania,
Anna con Antonio, Letizia e Maria Chiara, Lilly,
Loredana e il piccolo Jordi,
Debora e Giovanni; gli amici
Valeria,
Fabrizio, Rosanna e Giuseppe Morace, le dottoresse Iris e Sara e tutto il reparto di Neurologia del Riuniti per l’unica breve e delicata sosta in ospedale del Viaggio.
Articoli commemorativi e ricordi
È morto Salvatore Iaconesi, l’artista che ha reso il suo cancro open source – Wired (articolo – permalink)