Quando chiamano non sono scocciatori

Non passa giorno e ora in cui non ci si imbatta in qualche utente che segnale di essere stato chiamato al numero di casa o ancora peggio al cellulare da commerciali e venditori.
La televendita o il telemarketing, applicabile solo ai clienti che hanno espresso con evidenza la richiesta del servizio, può essere fatta senza che questa non diventi una azione di disturbo della sfera personale e privata.
Una violazione che non riguarda tanto la privacy, o meglio non solo, ma che impatta sulle azioni che queste attività fanno intraprendere sfociando nella violenza privata: indurre le persone a compire azioni (come il cambio di contratto) svantaggiose sotto la minaccia di ipotetici danni (spendere di più o vedere chiuso il servizio).

Liberiamoci subito da l’imbarazzo di immaginare un vantaggio: nessun servizio già offerto chiama o manda operatori per FAR GUADAGNARE il cliente. Sarebbe una azione suicidaria e contraria alle regole commerciali. Immaginate che una società vada a dire ai propri azionisti: “sai, stiamo spendendo dei soldi per chiamare (o fare delle ancora più costose visite) ai nostri clienti in modo che noi possiamo guadagnare di meno…”. È chiara l’assurdità della posizione?
Quindi nessun servizio telefonico o alla porta è un vantaggio e mai potrà esserlo per un cliente.

Le telefonate e le visite hanno alcuni punti fondamentali:

Reputarsi
Le persone che chiamano millantano di essere di una tale compagnia oppure si presentano alla porta con giacche pubblicitarie (si, quelle che vengono lanciate durante il Giro d’Italia o manifestazioni simili) o farlocchi “pass” che hanno il solo scopo di indurre le persone meno attente ad immaginare che si tratti di una “figura ufficiale”. Ovviamente non lo sono.

Intimidire
È prassi quella di intimare di aderire ad una offerta pena il distacco del servizio.

Comunicare un ingiusto e falso danno
Annunciano che l’utente sta pagando di più del dovuto o che sono previsti degli aumenti qualora lui non aderisca alle richieste.

Fare fretta
La campagna finisce proprio oggi. Ancora un falso, ancora una informazione ad arte per indurre la persona a compiere una azione contro la sua volontà meditata.

I più fragili
Queste attività vengono svolte preferibilmente di pomeriggio quando è più probabile che a rispondere siano persone anziane, le altre magari lavorano, che stanno riposando. Vengono prese alla sprovvista. Quando chiamano all’ora dei pasti fate una prova: rispondete flebilmente e la conversazione continua, rispondete con dura determinazione e la conversazione nemmeno comincia. Si, cercano vigliaccamente le persone più deboli e fragili.

Faccio solo il mio lavoro
Questo ti rispondono quando chiedi di non essere chiamato. “Faccio solo il mio lavoro” non è una giustificazione: Nessuno è costretto a fare un lavoro che disturba, le persone, che le mette in stato di ansia o di preoccupazione. La frase è paradossalmente e assurdamente la stessa usata nel Processo di Norimberga “ho fatto il mio lavoro“, “quello era il lavoro per il quale ero comandato“. Questo non toglie che tu stia facendo un lavoro vigliacco contro le persone meno attrezzate culturalmente, quelle in difficoltà a comprendere. Raggirare le persone non è un lavoro è una miseria umana.

Non lasciar perdere
Anche se sei in grado di gestire la situazione pensa che subito dopo la tua telefonata tenterà di raggirare con contratti sfavorevoli quando non capestro altre persone. Quindi non vanno mai lasciate andare. Contattate chi dicono di rappresentare e segnalate, pubblicamente anche attraverso i social questa situazione. Sono le aziende stesse che DEVONO intervenire, sono loro che, se il raggiro va in porto, guadagnano senza sporcarsi le mani.

Segnalateli
Se vi vengono a casa e millantano di essere di una compagnia, cosa ovviamente non vera, chiamate le Forze dell’Ordine che hanno l’obbligo di provvedere ad acquisirne le generalità.
Non sono “seccatori telefonici” ma bulli, teppisti del telefono.
Vanno bloccati.

Alcuni casi

Ecco come agiscono: “La signora riferiva che uno dei due poco prima, verso le 14.30, la convinceva a sottoscrivere un nuovo contratto di fornitura, ingenerando in lei un grave e ingiustificato timore di un pericolo immaginario, convincendola che se non avesse firmato in quel momento il contratto, entro sera le avrebbero staccato la corrente.
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