Quando si deve disegnare o ridisegnare un business e il suo modello ci sono diversi strumenti, non tutti efficaci e non tutti adattabili alle diverse esigenze. Il Business Model Canvas (en) usa un linguaggio visuale e consente la modellizzazione anche di processi complessi. Aiuta concretamente a trasformare un’idea in un progetto, a suddividerne le diverse fasi e a tenere sotto controllo il tutto continuamente. Sviluppato da un concetto di Alexander Osterwalder, trova applicazione nei più disparati campi d’applicazione.
Per questo motivo ho chiesto ad Andrea Povelato di spiegarci di cosa si tratta. Povelato si occupa di cultura d’impresa dal 1999 contribuendo a progetti finalizzati a sostenere buone idee imprenditoriali. È stato fondatore di una società di servizi dove hanno lavorato più di 60 collaboratori e gestito la fase di Exit con la cessione dell’attività. Attualmente opera come esperto di Fund Raising (ricerca di finanziamenti) erogati da Enti Pubblici e/o Investitori Privati e destinati ad aziende e aspiranti imprenditori dove a partire dall’analisi di sostenibilità delle nuove iniziative provvede alla verifiche di natura qualitativa e quantitativa e alla stesura del “Piano Industriale”. Ha collaborato con l’Università di Padova dal 2006 al 2009 in qualità di Angel del progetto “Start Cup Veneto” classificandosi al secondo posto nel PNI: Premio Nazionale Innovazione. Nel 2012 ha ricevuto il premio Premio Città Impresa ai 1.000 fabbricatori di idee del Nordest.
Attualmente è impegnato ad approfondire i temi del visual thinking e business modeling sulla base del materiale utilizzato presso la Stanford University dagli autori: Alexander Osterwalder: The Business Model Canvas – Steve Blank: The Startup Owner’s manual – Erik Ries: The Lean Startup e del corso “ Developing Innovative Ideas for New Companies” erogato sulla piattaforma Coursera dal Dr. James V. Green Director of Entrepreneurship Education Maryland Technology Enterprise Institute (Mtech)