Si, c’è crisi. Anche nell’edilizia Una crisi iniziata nel 2008 e di cui le associazioni di categoria non se ne sono accorte. Bastava andare alle riunioni di una delle più rappresentative per sentir parlare di “deboli segnali di ripresa” e “l’anno (attuale+1) sarà in controtendenza”. Bugie pietose. I motivi sono duplici: i centri studi sono legati alla figura del presidente e il presidente mica può presentarsi ai soci dicendo che non vede futuro. Specialmente se non ha idea di come uscirne. E così, senza alcun progetto, senza alcuna attenzione verso i professionisti e le imprese il settore è andato a indebolirsi sempre più.
Poi ogni tanto esce la parola magica, quella che risolve tutto. Il mantra in questo caso è stato bioedilizia e sostenibilità. Come se improvvisamente un popolo di scalmanati che fa a gara per comprarsi i SUV sia diventato ambientalista e sensibile alle tematiche della sostenibilità e del risparmio energetico.
Andava fatto un percorso si educazione dei committenti ma anche qui, le associazioni, stavolta dei professionisti che sono ben tre (quando non mettiamo dentro pure i periti edili e agricoli) e per nulla rappresentati politicamente, non hanno fatto nulla. Il peso politico della categoria sfiora lo zero. Qualche rabberciato corso di sostenibilità a professionisti maturi e ormai disabituati alla formazione continua e all’apprendimento sono la foglia di fico per una categoria impreparata e che non sa costruire un proprio progetto professionale.
Certo la sostenibilità è il futuro ma quanto vale nel mercato reale? Pochissimo e solo in alcune aree dell’Italia dove al sensibilità e la cultura ambientale sono più radicate.
Ci sono però dei dati interessanti pubblicati dal IlSole24Ore che rappresento nei grafici. Se da una parte il costruito nuovo che, non dimentichiamolo, in Italia è costituito nella fetta più grossa da attività dei palazzinari, è in caduta libera, dall’altra è in forte ripresa quello delle ristrutturazioni.
Non solo, la seconda buona notizia per professionisti preparati e imprese edili più attente, è l’età media degli edifici: oltre il 60% supera i 40 anni e questo significa non solo che avranno urgente bisogno di ristrutturazioni ma sono energicamente inefficienti. L’alto costo di produzione del calore farà propendere sempre più i proprietari ad interventi più o meno radicali i fino alla sostituzione dell’immobile.