Pubblico di seguito una traccia dell’intervento che terrò in occasione del Convegno “L’Agenda digitale e le città intelligenti” alla Fiera di Vicenza in occasione di AllDigital Expo 2012 e di cui ne avevo parlato qui.
Abbiamo assistito oltre 30 anni fa alla nascita a e allo sviluppo dell’area industriale di maggiore importanza per il Paese proprio a Nord-est. La politica industriale ed economica per semplificare la lettura del fenomeno ha utilizzato la metafora del distretto.
Un modello che ha convinto pochi perché nella maggior parte dei casi i distretti erano solo una rappresentazione di maggiore intensità di merceologia e produzione industriale di norma dovuta alla gemmazione e proliferazione di piccole aziende intorno alle grandi spesso per la fuoriuscita dei titolari delle nuove imprese che si affrancavano dalla condizione di dipendenti e molto più spesso perché la fornitura avveniva in un mercato di prossimità.
A partire dal 2004 il modello del nord-est produttivo e vincente entra in crisi.
Se prima era competitivo per il basso costo della produzione, la grande intensità di lavoro, la frammentazione dell’offerta adesso non lo è più.
Prima l’internazionalizzazione e l’avvento di nuovi paesi nei mercati internazionali, l’apertura di nuovi mercati e la definizione di standard produttivi diversi ha creato lo spostamento del baricentro produttivo dal Nord-est del nostro Paese all’est prima e all’estremo oriente dopo.
Di questo fenomeno il nord est se ne è accorto con grave e colpevole ritardo. Le inutili azioni di contenimento fatte dalle associazioni di categoria si sono rivelate del tutto inefficaci, intempestive e spesso miopi.
Il Nord-est ha avuto alcuni profeti che hanno guidato le scelte economiche e politiche. Profeti autoreferenti e, come abbiamo potuto vedere, sprovveduti.
La situazione attuale è che non c’è nemmeno un distretto (o quello che ne resta) che sia in buone condizioni sul mercato internazionale. Nemmeno uno, alla faccia degli investimenti fatti, delle elargizioni, dei progetti camerali.
Un sistema industriale e associativo del tutto impreparato e un sistema politico del tutto risibile, incapace di fare scelte, prendere decisioni e creare scenari credibili.
Per questo motivo due anni fa io e alcuni imprenditori, professori, ricercatori e manager abbiamo deciso di avviare un progetto che ha avuto al sua espressione nel Gennaio 2012 con la costituzione dell’Associazione Nord-est Digitale che ha lo scopo di favorire la progettualità, l’iniziativa, lo sviluppo delle singole imprese, dei loro raggruppamenti (non chiamateli per favore distretti) e della pubblica amministrazione.
Partiamo da Nord-est perché tutto sommato è ancora l’area che per prima ripartirà, che per prima saprà costruire ancora una volta un nuovo modello indipendente di crescita, sviluppo benessere sostenibile.
A soli tre mesi dalla fondazione abbiamo creato un evento importante denominato VeneziaCamp in cui abbiamo discusso di società, cultura, nuove tecnologie in maniera disincantata e nuova.
Per crescere sappiamo che non possiamo contare né nel sistema camerale, ne sull’appoggio della politica e del governo locale. Sono troppo impegnati a nel personale e nell’immediato.
A Nord-est non abbiamo leader credibili, riconosciuti, attendibili e affidabili.
E allora ci affidiamo alla rete, all’intelligenza della rete.
Abbiamo raccolto nel Comitato Scientifico della nostra associazione le migliori teste pensanti del Paese. Finora hanno aderito oltre 60 ma arriveremo presto a 100.
Persone che sono leader del loro settore e che ci aiuteranno a crescere e sviluppare nuovi progetti.
Siamo convinti che lo sviluppo del Nord-est passerà inevitabilmente per lo sviluppo della cultura digitale, della diffusione delle tecnologie elettroniche nelle imprese, nell’intelligenza dei prodotti.
Stiamo agendo attraverso progetti che si autofinanziano ma abbiamo bisogno della infrastruttura adeguata. Ci sono intere aree industriali che sono ancora senza la larga banda, c’è bisogno di investire in cultura, in tecnologia e nelle conoscenze oltre che nelle competenze.