Con grande enfasi Emma Marcegaglia ha presentato il “manifesto in 5 punti” per la crescita dell’Italia. Manifesto condiviso con ABI, ANIA, Cooperative Italiane e rete Impresa Italia oltre che da Confindustria.
Nelle 16 pagine di accusa e di richiesta non si fa menzione della rete come occasione di sviluppo industriale, non si parla di economia della conoscenza e nemmeno di infrastrutture.
La parola “internet” appare una sola volta e per indicare dove trovare un documento sulla trasparenza. Nulla di più.
Il documento appare datato, figlio di una cultura industriale preinformatica, basato ancora sul concetto della produzione manifatturiera più vecchia e bisunta.
L’Italia ha bisogno di altro e Confindustria, arroccata in diritti e privilegi ormai insostenibili crede di salvare l’Italia con una ricetta vecchia e ammuffita.