Evidentemente la sfida con Google+ che ha raggiunto in meno di un mese il tetto di oltre 25 milioni di utenti (per arrivare allo stesso traguardo Facebook ha impiegato tre anni) non sembra preoccupare Zuckerberg che continua a gestire spavaldamente il social network (per ora) più famoso al mondo.
Dopo le segnalazioni di cancellazione arbitraria di profili, la lentezza con la quale vengono cancellati i gruppi violenti o razzisti, i pasticci creati dai gruppi senza amministratori, adesso è la volta dei gruppi cancellati senza avviso e senza motivo.
Qualche mese fa Facebook ha deciso di trasformare i gruppi, strumento principe di aggregazione per interessi degli utenti, in una sorta di circoletto per gestire al massimo una squadra di calcetto.
Ha puntato invece tutto sulle pagine che continuano ad avere una organizzazione e una tassonomia che la dice lunga sulla immaturità e ingenuità di Facebook o meglio sul fatto che sia stato pensato continui a ad essere sviluppato al massimo per cazzeggiare con gli amichetti dell’università ma non certo in grado di avere una scalabilità business o perlomeno professionale.
L’ultimo accadimento, segnalato dagli utenti di Facebook è che tantissimi gruppi invece che essere converti nella nuova versione, senza alcun preavviso e diversamente da quanto scritto dalla stressa azienda, sono stati cancellati completamente invece di essere archiviati. Non solo ma non è mai stato esposto alcun avviso sulla pagina del gruppo stesso impedendo di fatto la migrazione.
Sono gruppi di studio universitari, liste di amici e di appassionati che sono stati difficilmente raccolte negli anni, che di colpo vengono cancellati e non sono più raggiungibili.
Ha un bel da fare Luca Colombo, Country Manager Italia a raccontare che Facebook può avere delle declinazioni professionali ma non basta la possibilità di fare un advertising mirato (peraltro non controllato e quindi se clicchi nella pubblicità spesso finisci nei guai cascando dentro a siti ambigui e che spesso vendono prodotti non autorizzati) per essere business oriented. Servono regole certe (ad esempio come decide Facebook se un contenuto lo posso postare o no?) e risposte credibili. Perché adesso il successo è arrivato sull’onda emotiva di esserci ma sempre più gli utenti chiedono un prodotto affidabile e utile non solo per giocare a FarmVille.