AGGIORNATO il 18.12.12 – 23:30: Instagram precisa con questa nota e CONFERMA tutto quanto avevo scritto.
I pregiudizi e stereotipi aiutano la cattiva informazione a fare molta strada. Quando un’azienda cresce al punto da essere nota al grande pubblico diventa, senza eccezione, oggetto di attenzione da parte di organizzazioni e gruppi che la vedono come antagonista. È successo a tutte le grandi imprese provate a pensarci.
A me non ne viene in mente nessuna che non sia stata oggetto di attenzioni perverse, bufale, sospetti, ecc. Talvolta si tratta di PBLR Livello 1 oppure semplice voglia di mettersi dalla “parte dei buoni“.
Da tempo sotto ai riflettori c’è Facebook con le sue politiche sulla privacy, tema assolutamente importante anche se esiste un modo per proteggersi completamente: non iscriversi. Sarebbe come protestare perché gli altri ti vedono in mutande quando vai in piscina: quelle sono le condizioni. Se non ti vanno bene costruisciti una piscina privata. Ma i lamentosi non mancano e adesso che sono state aggiornate le condizioni qualcuno si è mosso con grande abilità nei media che non perdono occasione per far diventare uno scandalo ogni situazione.
La notizia negativa fa strada. La storia lo insegna: la parola di una sola persona al mondo, Matteo, è stata sufficiente ad attribuire a Erode la cosiddetta strage degli innocenti. Nessuno ha mai messo in dubbio Matteo. Tutti a condannare Erode.
La miccia l’ha innescata EFF (Electronic Frontier Foundation) che da sempre si batte per la privacy e per la libera utilizzazione della rete (qui le litigation). Associazione particolarmente vivace, con buoni principi, estremista fino all’osso.
Non è un segreto che presto Instagram avrà a breve, e questo è il motivo per il quale è nata la piattaforma web, anche la pubblicità sulle pagine. Ci sono modi diversi di monetizzare questa App? Se si ditelo a Facebook che vi sarà eternamente riconoscente. Per ora metteranno la pubblicità.
Per evitare che qualcuno, visto che in passato è successo più volte, chiedesse dei “diritti” perché accanto alla propria fotografia postata compare la pubblicità, sono state aggiornate le condizioni e omogeneizzate a quello di Facebook.
Sono poi usciti una serie di articoli con titoli esasperati: “Instagram says it now has the right to sell your photos” ma che letti con attenzione non dicono le stesse cose. Il rappresentante di EFF dice che sono “possibili utilizzi commerciali”. Illazioni quindi. Peccato che in troppi abbiano condiviso l’articolo fermandosi al solo titolo e commentando il titolo stesso. O forse non sanno bene l’inglese.
La frase incriminata è questa (fonte):
“Some or all of the Service may be supported by advertising revenue. To help us deliver interesting paid or sponsored content or promotions, you agree that a business or other entity may pay us to display your username, likeness, photos (along with any associated metadata), and/or actions you take, in connection with paid or sponsored content or promotions, without any compensation to you. If you are under the age of eighteen (18), or under any other applicable age of majority, you represent that at least one of your parents or legal guardians has also agreed to this provision (and the use of your name, likeness, username, and/or photos (along with any associated metadata)) on your behalf”
A chi credere? Al buon senso. Secondo voi davvero Facebook venderà le vostre immagini a una agenzia pubblicitaria con tutti i problemi che questo comporterebbe? E chi comprerebbe una immagine che è si in Instagram ma che può detenere altri diritti con il rischio di cause milionarie?
Visto che molti che si occupano di immagine per lavoro stanno dimostrando in queste ore uno spaesamento totale riporto questo post che raccoglie le principali norme in fatto di fotografia. E quelle di Instagram, avendo una “personale elaborazione” ricadono tra quelle artistiche.
Se poi non siete ancora convinti andate a rileggervi la norma internazionale sul diritto d’autore. Si, quella che violata ogni giorno scaricando film e musica o postando su Facebook immagini di terzi senza averne i diritti ma che adesso sono tutti a invocare quando si tratta delle proprie immagini.
Usate il buon senso please.
Attendo il genio che scopra che Foursquare dice a tutti dove ti trovi…
Ci vuole comunque una buona dose di autostima per credere che la maggior parte delle foto di piedi, di mari inclinati, di gattini, di pizze, fatte con Instagram abbiano un valore commerciale. Ma si sa, l’autostima aiuta a vivere.
Se poi volete rinunciare a Instagram c’è l’italianissima Corso12.
Ma gli utenti di Facebook sono così attenti alla privacy? Decisamente no. Hanno partecipato alla consultazione sulla adesione alle nuove norme meno dello 0,067% (avete letto bene: sei su mille) degli iscritti al social network.
E questa è la posizione di Paolo Attivissimo che il 19.12 ha poi cambiato tiro adeguandosi anche lui alla mia interpretazione.